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San Giorgio

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Tonnara di San Giorgio
Prov. (ME)
Località Contrada di San Giorgio
Comune Gioiosa Marea

Ubicazione: Via A. Doria, 6, 98063 San Giorgio ME

Dove si trova: A levante di Gioiosa, oltre la roccia di Capo Calavà, si trova la contrada San Giorgio dove (prima ancora della fondazione di Gioiosa Guardia) si conduceva una vita marinara basata sulla pesca. La storia della contrada di S. Giorgio si identifica con quella della sua Tonnara, della cui esistenza si hanno notizie sin dal XII secolo. La tonnara di San Giorgio si estende verso il Mar Tirreno a nord-est della
città di Messina.

Come arrivare: da Palermo, 46 min (35,7 km) passando per SP21.

NOTIZIE STORICHE

Notizie più dettagliate si hanno a partire dal 27 giugno 1407, quando la Tonnara fu donata da Re Martino alla famiglia Orioles, che la mantenne fino al 1584, anno in cui morì Don Cesare Orioles, ultimo barone della famiglia. Nel 1600 la figlia di Don Cesare, Donna Flavia si sposò don Francesco Mastro Paolo portando come dote la baronia e la Tonnara di San Giorgio.
L’ultimo barone Mastro Paolo fu don Giovanni che, non avendo figli nominò nel 1720 erede universale il Convento di S. Francesco d’Assisi di Palermo.

La Tonnara venne così affidata a diversi affittuari, i quali, non avendo ricavato grossi guadagni dalla pesca, abbandonarono la struttura, che rimase inattiva fino al 1571, quando fu acquistata all’asta da Cesare Mariano
D’Amico, investito del titolo di barone di S. Giorgio. Dopo cinque mesi dall’acquisto, Cesare Mariano morì, lasciando erede il primogenito Cesare Francesco Carlo che nel 1758, finiti gli studi nel reale
Collegio Borbonico dei padri Teatini di Palermo, pensò di riattivare nel 1775 la tonnara; Francesco Paolo si andò via via specializzando nel settore tanto da scrivere nel 1816 “Osservazioni pratiche intorno alla pesca, corso e cammino dei tonni” ; fu questo il periodo di maggiore floridezza per la
tonnara.
Negli scritti si legge che la tonnara si calava con 120 ancore (30 nei tempi antichi), di 5 o 4 quintali. Vi erano sette palascarmi due dei quali chiamati “Scieri”, lunghi 70 palmi (un palmo corrisponde a 25 cm circa) e larghi 10 e 20 palmi, servivano per le grosse mattanze. La tonnara si estendeva, da
est a ovest per 200 canne (400m) e si collocava normalmente a 500 canne di distanza da terra.
Il pescato veniva collocato in barili di legno e destinato ai grossi mercati tradizionali come Napoli, Salerno e Messina.
La struttura architettonica della Tonnara si sviluppa su due livelli: un piano terra con magazzini e depositi, in cui si svolgevano le attività legate alla pesca, ed un primo piano, residenza estiva dei proprietari.

TIPOLOGIA DI TONNARA: di Andata

ATTUALMENTE

Oggi di questa preziosa testimonianza di una cultura marinara che aveva resistito quasi per un millennio, non restano che alcuni brandelli della parte abitativa e tutti i beni mobili superstiti (palischermi, galleggianti, ancore di enormi dimensioni) giacciono oggi abbandonati sull’arenile. I resti di due
enormi palischermi, che per tempo immemorabile avevano resistito alle piu’ terribili intemperie, sono andati distrutti da un incendio. Dimora degli ultimi proprietari Cumbo, sopravvissuta alle colate di cemen to che hanno demolito e cancellato per sempre l’intera struttura per la realizzazione di piccoli residence turistici.
Dell’assetto originario dei manufatti è rimasto solo l’impianto planimetrico e la volumetria. Il vecchio edificio, inserito tra i nuovo corpi, si presenta sventrato e in grave stato di degrado.