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Migrazioni tra Atlantico e Mediterraneo. L’otolite

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L’uso massiccio della marcatura elettronica sui tonni ha permesso di ricostruirne le migrazioni, sia nell’Oceano Atlantico che nel mar Mediterraneo. E’ stato possibile ricostruirne le rotte migratorie post riproduttive, dal Mediterraneo fino addirittura ai mari della Groenlandia, in un’area geografica impensata.

I dati registrati e gli studi condotti hanno evidenziato con certezza, ciò che si era soltanto teorizzato sulla base di differenze biologiche, cioè l’esistenza di due differenti stock: uno dell’Atlantico occidentale, dove l’area riproduttiva è stata localizzata nel Golfo del Messico, l’altro dell’Atlantico orientale, con area riproduttiva il mar Mediterraneo.

Inoltre, l’utilizzo di marche, le cosiddette archival tags, che vengono applicate sotto pelle e possono rimanere sul tonno anche per diversi anni, hanno permesso di raccogliere dati ancora più dettagliati e interessanti. Per esempio, nel 1999 l’utilizzo di questa tipologia di marcatura su un esemplare, ha permesso di ricostruirne in modo molto preciso le migrazioni. Il tonno in questione, dopo aver trascorso un anno sulla costa atlantica degli Stati Uniti, ha attraversato nel 2000 l’Oceano Atlantico, per entrare e uscire dal Mediterraneo nei tre anni seguenti.

Anche gli studi chimici hanno contribuito a fornire ulteriori informazioni sulle migrazioni del tonno. Infatti, ogni mare e ogni oceano possiede particolari concentrazioni e proporzioni di elementi come Mercurio, Litio, Manganese, Magnesio o isotopi come Ossigeno, Azoto o Carbonio. Ebbene, queste tracce chimiche rimangono negli otoliti dei tonni. Ricordiamo che gli otoliti, una particolare forma di cristalli di calcio, sono come piccoli sassolini presenti nel cranio del pesce e sono necessari al tonno per l’equilibrio e l’orientamento nello spazio.

L’analisi degli otoliti nei giovani tonni ha permesso di raccogliere dati significativi. E’ stato, infatti, possibile dimostrare che mentre nelle acque atlantiche dell’America settentrionale, oltre ad esserci naturalmente molti tonni nati nell’Atlantico occidentale, vi è anche una quota significativa di tonni originari del Mediterraneo. Mentre al contrario questo fenomeno è piuttosto marginale.