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Tonnara Dell’Ursa

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Tonnara dell’Ursa

Prov. (Pa)
Comune di Cinisi

Ubicazione:

La torre della tonnara dell’Ursa, detta anche tonnara dell’Orsa, è una torre di difesa costiera sita nel territorio tra Carini e Cinisi, che faceva parte del sistema di Torri costiere della Sicilia quale sistema difensivo di avvistamento di naviglio saraceno. Infatti le coste mediterranee erano tormentate dai corsari barbareschi e dai corsari ottomani. Successivamente la torre veniva utilizzata per l’avvistamento dei branchi di tonno per l’annessa tonnara.
Dove si trova: Sita nel territorio tra Carini e Cinisi, provincia di Palermo.
Come arrivare: Partendo da Palermo, la tonnara dista 22 Km.

NOTIZIE STORICHE

Nel 1569 per disposizione dell’Abbazia di San Martino fu costruita la torre, e il complesso della tonnara divenne un baglio fortificato con due o tre dammusi: “… turram unam idamusatam cum duobus vel tribus dammusis…”.
Nel 1578 l’architetto reale Tiburzio Spannocchi nel corso della sua ricognizione la trovò del tutto compiuta e suggerisce che si faccia “guardia continua”. Suggerimento ripreso nel 1584 da Camillo Camilliani e sempre nel 1584 la Deputazione del Regno di Sicilia decise di includerla tra quelle da
essa amministrata, per garantire meglio la gestione militare.

Nel 1714 si cita che la torre era a guardia di un piccolo porto in cui un piccolo naviglio, del tipo feluca, imbarcava formaggi e derrate agricole.
Nel 1804 la torre è citata in quanto i torrari risultano nella contabilità della Deputazione del Regno, in numero di due con tre cannoni e due fucili a schioppo con un salario di 17 onze l’anno. I cannoni erano sicuramente quelli poi citati dal Mangiapaneche testualmente riporta: “… ub cinquant’anni addietro (nel 1863 circa ?) vi si vedevano ancora quattro cannoni. Uno di questi portava l’iscrizione: Magister Ioannes de Balo me fecit 1576.

In un altro di questi pezzi, sotto l’effigie di San Benedetto vi era il motto: A vice tronitrui tui formidabunt 1618″.

Il complesso della tonnara, nel 1401, era proprietà dell’abbazia di San Martino delle Scale, che contestualmente era in possesso dell’intero feudo di Cinisi e della vicina Favarotta, alias attuale Terrasini: “…casale quoque Cinisi, Tynnarium Ursae, suis cum attinentiis nostro Gregoriano S. Martini Monasterio…”. Il Mangiapane, cita che nel 1344 un privilegio reale autorizzava l’Abbazia a “calare la tonnara” in contrada Fondo dell’Ursa, mentre ancora nel 1491 la Tonnara e una taverna che in essa insisteva erano date in affitto a un palermitano, certo Mattheo de la Chimia per un canone di 10 onze.
Nel 1808 la tonnara era tenuta da un concessionario, certo Faro Saputo, mentre la funzione militare era sempre intestata alla Deputazione del Regno di Sicilia, tant’è che dal suo archivio risulta che nel 1811 la torre svolse efficacemente la sua funzione difendendo un naviglio americano, mentre i torrari di Torre Pozzillo furono denunciati e arrestati per non avere difeso una imbarcazione degli USA. Infatti dopo le Guerre barbaresche, (Prima guerra barbaresca (1801-1805) e Seconda guerra barbaresca (1815 -1816), gli USA avevano concluso un trattato per il pagamento di tributi agli stati del Nord Africa, pratica che fu poi abbandonata dopo la seconda promossa dal presidente USA, Madison, (1815, 24 settembre 1816), e che di fatto segnò l’inizio della fine della pirateria nel Mediterraneo. E indebolendo gli stati
“barbareschi” li rese facile preda del colonialismo francese, spagnolo e italiano.

Nel 1860 mentre la tonnara restava in proprietà del Comune di Cinisi, la torre passò al demanio militare e nel 1867 era ricompresa nell’elenco delle torri da dismettere.
Ancora nel 1902 il concessionario della tonnara era certo Giuseppe Serughetti e nel 1907 certi Marsano e Tabl, ma la torre ormai non era più utilizzata. Il complesso a poco a poco andò in rovina e solo durante la seconda guerra mondiale fu ripristinato per le esigenze della difesa costiera e antiaerea.

L’edificio della tonnara fu requisito e adibito a caserma della piccola guarnigione, tant’è che il tenente della riserva Natale Leto, lodando i vasti ambienti, vi alloggiava con la moglie, Mary Vella. Sul tetto della torre, che fu pesantemente sovradimensionato e risistemato in cemento armato, furono piazzate delle mitragliatrici antiaeree, mentre un bunker fu edificato negli immediatissimi pressi (tuttora esistente e ormai ridotto a latrina abusiva).
Nel dopoguerra il complesso fu abbandonato e dopo decenni di occupazione più o meno lecita, dal 1990 al 1992 la torre, e tutto il complesso della tonnara, furono restaurati ad opera dell’architetto, Pietro Giannola da Cinisi, con un intervento promosso dalla Soprintendenza di Palermo. Dopo la sollecitazione fatta con la tappa di Salvalarte Sicilia del 2 maggio 2004, si sperava che si avviasse un percorso per utilizzare in termini di risorsa culturale con un progetto proposto dall’Associazione Mare Vivo che
avrebbe dovuto ospitare un polo tecnico di studio dell’ambiente marino, visto che anche nel tratto prospiciente presenta il raro fenomeno biologico del “trottoir” a vermeti. Ma l’iniziativa è fallita.

La proposta poi, avanzata da alcuni studiosi in occasione di un convegno nell’ambito della manifestazione Salva l’Arte Sicilia nel luglio del 2006, promossa da Legambiente, di farne un museo delle Torri Costiere della Sicilia, è caduta nel nulla per carenza di finanziamenti ed interesse da parte degli Enti deputati.
Il Comune di Cinisi in attesa di future destinazioni la concede in affitto temporaneo a cooperative giovanili e a qualche radio privata per spettacoli estivi e discoteca all’aperto.

TIPOLOGIA DI TONNARA: di Andata