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BALESTRATE

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Balestrate è un comune nella provincia di Palermo, denominato anche in siciliano Balistrati o nel dialetto locale Sicciara. Il borgo è situato al centro del Golfo di Castellammare, al confine con la provincia di Trapani, ed è equidistante da Palermo e da Trapani di circa 50km.

Balestrate è un importante centro costiero, di origine antica, la cui economia è basata sulle attività agricole, industriali e turistiche. Come centro abitato, fece la sua prima apparizione nella storia nel 1681, cioè nell’anno in cui, su un lato dell’attuale piazzetta S.Anna, Giacomo Santoro, primo sub concessionario di quelle terre, costruì la sua dimora. Ancora oggi vi si accede da un arco, sormontato dal suo stemma. Attorno alla piazzetta furono fatte costruire altre abitazioni, per dare ricetto e soggiorno ai contadini che, prima di allora, erano costretti, dopo una giornata di lavoro nelle campagne, a rientrare nei paesi limitrofi. Costruì anche una chiesetta, ancora esistente, e restaurata nel secolo scorso fin dalle fondamenta, a cui diede il nome di S.Anna, protettrice delle partorienti, che ben si adattava alla nascita del nuovo borgo. Per costruire case e chiesetta fu adoperata, in parte, la pietra del caseggiato diroccato dell’antica tonnara dei principi di Fardella di Trapani, sorta fin dal 1517 sotto il promontorio dell’attuale “Conchiglia”, scomparsa dopo meno di due secoli e di cui, fino a qualche anno fa, esistevano i cippi di pietra tra gli scogli sottostanti e ora sepolti sotto la banchina del nuovo porto.

Prima di allora, il nome di Balestrate, ricavato da un immaginario tiro di balestra, si riferiva ad un antico diritto reale, sancito il 28/06/1307 da Federico II d’Aragona, mentre il nome di Sicciara, derivato dal mare ricco di seppie, in siciliano “sicce”, comprendeva una parte del territorio, su cui sorse nel 1681 il nuovo borgo.

A dire il vero, il nome di Balestrate si riferiva alla costa dell’intero periplo della Sicilia, ma qui indicò solo il tratto costiero, compreso tra i torrenti di San Cataldo ad est e di Calatubo ad ovest. Il nome di Balestrate riapparve un secolo e mezzo dopo, il 26/02/1456, quando un altro re aragonese, Alfonso il Magnanimo, donò il territorio al suo camerlengo e consigliere favorito, Nicolò de Leofante. Dal giorno di questa donazione si succedettero: i Bologna (dal 1472 al 1661), i Leto (dal 1662 al 1667), i Santoro (dal 1678 al 1749), Don Matteo Maltese (dal 1750 al 1778). A quest’ultimo succedette il figlioccio Paolino Gesugrande (dal 1779 fino ai primi anni dell’ottocento) e a cui va il merito di avere elevato la chiesetta di S. Anna a parrocchia e di avere curato il progresso del borgo, tanto da fregiarsi con i titoli di “proprietarus et patronus Sicciarae”.

A rendere autonomo il nuovo borgo, assieme a quello di Trappeto, concorsero in molti, ad iniziare da Paolino Gesugrande: Don Gaspare Perricone (genero di Gesugrande), il Duca della Ferla, il senatore Giacomo Scorza, Don Paulino Evola, Don Vincenzo Carlo Ferrara, Don Stefano Marino, il Principe di Malvagna, il Marchese Pompeo Vannuci, il Barone Gaspare Vaccaro e Don Placido Bongiardina. Fu per mezzo di essi, dopo che fu scartata la denominazione di “Ferdinandopoli” da dare al nuovo Comune in onore di Re, che Ferdinando di Borbone, il 29 marzo del 1820, riunì in un solo comune le borgate di Sicciara e di Trappeto, dette Balestrate.

Il nuovo Comune iniziò così la sua marcia sulla via di un sicuro progresso, caratterizzato da molteplici eventi. Il primo fu la creazione, dal 1835 al 1840, degli stabilimenti enologici dei Woodhause, degli Ingham e dei Florio, sorti come succursali di quelli di Marsala. La loro nascita avvenne con l’obiettivo di valorizzare e diffondere nel mondo i pregiati vini prodotti dall’uva delle campagne di Balestrate.

Altri eventi furono la costruzione della chiesa Madre e la creazione della vasta piazza principale, intitolata al Rettore Filippo Evola, costruttore della chiesa Madre dal 1842 al 1850, al passaggio e pernottamento di Garibaldi a Balestrate il 29 maggio del 1860 e all’altro passaggio per Balestrate del primo treno dentro l’abitato, l’1 marzo 1881. Centinaia sarebbero gli episodi storici da ricordare, fino alla costruzione del nuovo porto, in fase di definitivo allestimento nel luogo in cui, quattro secoli addietro, era sorta la tonnara.